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mercoledì 2 ottobre 2013

Editoriale delle 7.29


Editoriale delle 7.29

Si parla sempre di crisi e di mancanza di lavoro, forse sarebbe meglio ricercarne le cause senza dare sempre la comoda colpa ad un berlusconismo che, sebbene abbia fatto poco nulla (e nonostante la penuria di cambiamenti, comunque negativi), finisce per essere accusato di cose che non ha mai approvato. Certo, Berlusoni gran voltaggabbana faccia di merda. 

Andiamo con ordine e vediamo di capire come ragionano gli italiani: perché se lassù c’è una personalità politica “di quel calibro” votata da 15 milioni di italiani malcontati, forse il problema vero non è Berlusconi in se per sé ma la disinformazione intrinseca della Tv e dei media italiani che giocoforza sono obbligati a sostenere quest’ultimo; non per una certa ignoranza ma perché l’80% dell’informazione italiana è detenuta da quest’ultimo (dati della magistratura dal  processo “Mani Pulite”).

Occorre quindi distinguere, il Berlusconi politico e il Berlusconi imprenditore.
Il Berlusconi politico non l’ho mai capito, salvo qualche intervento nel ’94 non penso abbia mai avuto chiaro cosa sia una res publica, ma penso anche che avesse chiaro il fatto che le leggi se le sarebbe potute fare a puntino, leggi ad personam.
Il Berlusconi imprenditore è un’altra cosa. È uno che, si voglia o no, si è fatto. È, e deve essere, un modello per ogni giovane imprenditore perché ha tolto il monopolio delle reti televisive perbeniste allo stato (che le gestivano in questo ordine: rai1 Democristiani - rai2 socialisti - rai3 comunisti, se qualcuno pensa che stia dicendo cazzate, rimando alla “lottizzazione politica della rai” anche da wikipedia) con un modello innovativo e attraverso un escamotage degno del miglior imprenditore “da sogno” che vorrei raccontare ma mi diluirebbe troppo questo veloce scritto. Il modello innovativo era semplice: divertimento. L’operaio torna a casa da lavoro e non vuole vedere Letta da Fazio, Bersani da Vespa, Renzi dalla Bignardi, no, vuole vedere Colorado. Magari va bene, magari è brutto, magari è sbagliato, certamente è meno manipolatorio il naso di Ruffini che un convegno del PD (socialista) su rai2, una messa (democristiana) su rai1 o una Internazionale (comunista) su rai3. N.B. L’internazionale era la megariunione che i comunisti facevano per aggiornare il piano di conquista mondiale.
Berlusconi imprenditore, quindi TOP, che lo si voglia o no.

Più volte Berlusconi ha inoltre dichiarato di non aver mai licenziato nessuno. Come la inquadriamo questa uscita? Sinceramente non so se sia neanche vero, o se sia una uscita da campagna elettorale (“rimborseremo l’IMU!”, è la più grande trollface della storia). Da qui mi sorge una domanda: è giusto licenziare qualcuno?

In America non c’è un lavoro a tempo indeterminato, in pratica anche il più fedele degli operai altro non è che un libero imprenditore che vende il suo lavoro ad una azienda, questo corrisponde ad una facile assunzione ed ad un facile licenziamento, la paga è settimanale e, ovviamente, senza tasse pagate. Le tasse le paga il libero professionista (che in pratica è una azienda a sé) e il bello del “soooogno” americano è che nessuno ti obbliga a versare i contributi, pensate che se lo stesso fosse in Italia gli stipendi quasi raddoppierebbero ma, e qui c’è un maestoso e gigante ma, non meriti alcun servizio.

Se non hai mai pagato le tasse per le cure mediche (in USA non si pagano allo stato dato che non ha una struttura sanitaria, ma all’assicurazione) non ne avrai. Se non hai mai versato la pensione, non la avrai: insomma, se non hai mai dato un soldo non ne avrai. Giusto, equo, semplice, limpido.

In Italia c’è una forma di socialismo democratico assistenziario (e, of course, cristiano) che permette di avere tutti questi servizi gratuitamente.

Pensiamo ad una povera casalinga che vive in roulotte e non ha mai lavorato: sì, in pratica una zingara. È giusto che si venga riconosciuta una pensione, seppur minima, ma sempre una pensione, senza aver mai lavorato? È giusto che si venga riconosciuta delle prestazioni mediche che non ha mai pagato? 
Per me no. E non stiamo parlando di comunismo, stiamo parlando di sanguisughe,

Vedete, le idee del comunismo in generale, non sono così male. Lo stesso profeta Marx diceva “Da ognuno secondo le proprie necessità, a ognuno secondo i propri bisogni”. È fantastico, tutto girerebbe. Vuoi fare l’operaio e ti piace? Fallo! Vuoi fare il cassiere e ti piace? Fallo! Vuoi fare l’ingegnere aerospaziale e mandarci su Marte? Cazzo che figo, Fallo! Vuoi salvare delle vite? Fallo!
E non ti pago! Perchè i soldi non servono! Se ognuno fa le cose per il gusto di farle non gli importano i soldi e allora regala la propria merce, e così gli altri.

Il contadino non vende le patate ma il meccanico non gli vende il trattore e il benzinaio non gli fa pagare la benzina! Se non doveste vivere in questa società che lavoro fareste?

Questo meccanismo è però inapplicabile in quanto non c’è una vera coscienza altruista, il mondo non è pronto e forse non lo sarà mai.

L’imprenditore vuole guadagnare e l’operaio talvolta come un parassita si attacca alla schiena e gli succhia i soldi.

Parliamo del caso Fiat, e del perché la produzione si sia spostata all’estero. 
Appena iniziata la crisi la Fiat si è trovata giocoforza a effettuare dei tagli, come ogni altra azienda. 
Nel 2010 ha tentato di licenziare tre operai (niente in confronto ai 6200 dipendenti in Italia) per queste ragioni. Se non volete leggere l’articolo, in pratica, era sempre in malattia e qualcuno aveva addirittura un secondo lavoro in cui però andava quando, alla Fiat, era “in malattia”: Il tipo di lavoratore che ogni azienda vorrebbe.

È giusto licenziare questi uomini? È giusto non dare la pensione e i servizi sanitari ad una zingara?

Parliamo del diritto di sciopero, sacrosanto per alcuni, completamente inutile per altri. Ammettiamo che sia giusto fare sciopero, in quali occasioni è giusto farlo?
  • Quando si è nel massimo periodo di produzione.
  • Quando si è vicini ad una consegna.
  • Quando è venerdì.
  • Quando è lunedì.
  • Quando è estate e c’è il sole.

Secondo me in nessuna di queste. 
Se vuoi fare sciopero contro lo stato, non è giusto far soffrire un imprenditore che, anche se ha dei soldi, li ha guadagnati lavorando onestamente proprio come un operaio. È bullismo. È farsi menare da Tyson e andare a fare lo sgambetto ad un bambino che non c’entra niente. È sbagliato e inoltre frustrante per l’imprenditore che è impotente.

Quale è la forma di sciopero per un imprenditore? 
Nessuno se lo è mai chiesto. Pensiamo ai problemi di un’azienda in Italia: burocrazia, stato e operai scansafatiche. Come si può manifestare il proprio dissenso verso lo Stato? Andando in un altro Stato che mi dà più libertà! Via in Polonia! 
Poi, gli operai torneranno senza lavoro, meglio così, non ci saranno manifestazioni contro i licenziamenti, non ci saranno macchinari distrutti dalla follia distruttrice dei dipendenti e l’imprenditore va in un’isola, perlomeno, più felice dell’Italia. 

Gli operai se la caveranno, torneranno dalle Maldive con vacanze comprate a rate e la macchina da 30mila euro che non possono mantenersi, anch’essa a rate. 

Non avranno più soldi per onorare i debiti (cioè le rate) e una banca fallirà, ma tanto è solo l’Italia, che gliene frega ad un povero operaio che vuole solo mangiare dell’Italia? Finché c’è da chiedere: sanità, scuola materna, asilo nido, scuola elementare, scuola media, scuola superiore, università per il figlio, comune, strade, lampioni, parchi, piazze, polizia, vigili del fuoco, carabinieri, guardia di finanza, guardia forestale, polizia municipale, pensioni di invalidità, pensioni di vecchiaia, pensioni di vedovanza, servizi sociali, aiuti sociali, case popolari e chi più ne ha più ne metta. Finché c’è da chiede, ci sarà sempre chi prende.

Quando invece c’è da pagare, tutti spariscono. Perchè metà del mio stipendio in tasse? Siamo fuori? Andiamo in Piazza!! Anzi, facciamo sciopero venerdì così vado al mare e mi abbronzo!

Sisi, Bello.


Riguardo la retribuzione del lavoro esistono sostanzialmente due scuole:

  • Il lavoro deve essere retribuito in base alle ore di lavoro.
  • Il lavoro deve essere retribuito in base a quanto si produce.

La prima opzione porta solitamente ad un calo della produttività specialmente in quei settori dove le novità e l’interesse degli impiegati verso il prodotto sviluppato è basso. Viceversa esistono progetti che non richiedono un tempo prestabilito, ma che, non per questo, sono più semplici. 

La seconda opzione porta ad un innalzamento della produttività ma ad una minore tutela del lavoratore (che una società non ha convenienza a creare) ma che neanche un imprenditore ha intenzione di formare in quanto porta ad una barriera ed a una separazione netta tra i ruoli capo-operaio. Se la produzione a cottimo, ovvero a pezzi, fosse affidata ad una azienda esterna; come spesso succede, allora si avrebbe una certa garanzia sulla quantità di merce prodotta senza avere delle scissioni capo-operaio. La quantità dei dipendenti della azienda satellite, che immagino molto più grande e specializzata nel singolo settore rispetto alla prima, e magari con più aziende che richiedono prodotti simili, crea una maggiore assicurazione nel caso ci fossero malattie o defezioni (avendo una maggiore defezione).

Perché propongo questo sistema, peraltro già in uso? Perché c'è solo una cosa che l'imprenditore preferisce al guadagno immediato, il guadagno perpetuato nel tempo. Se in questo caso il proprietario si trova costretto a rinunciare ad una parte
del guadagno, dato che anche l'imprenditore satellite vuole mangiare, questo verrà ricompensato in due modi:
Il primo attraverso una fornitura perpetua altamente tecnologica.
Il secondo pagando una fornitura a cottimo senza bisogno di sfruttare gli operai, cosa che nuocerebbe all'immagine della sua azienda e ai suoi operai in genere che ha interesse a mantenere devoti e felici.

domenica 21 luglio 2013

Come guadagna Wechat


Wechat è una applicazione disponibile per i maggiori device (iOS, Android, Windows phone, Blackberry e Symbian) simile a Whatsapp, che sta riscuotendo parecchio successi da parte della critica per la sua stabilità e facilità d’uso.

Di recente è comparsa una pubblicità con un testimonial davvero fuori dal coro: Lionel Messi. Sebbene non sia un appassionato di calcio (colpa del piede a banana) il fuoriclasse del Barcellona è noto anche ad un ottuso come me!

Proprio grazie a questa aurea che hanno solamente i veri campioni la Wechat-mania è esplosa e in pochi giorni l’app è schizzata tra le più scaricate!

Questo apre un paio di problemi:
  • L’applicazione era disponibile sullo store già da parecchio tempo (io stesso l’avevo già scaricata): com’è possibile che la sua "perfezione" non sia saltata fuori prima della pubblicità in TV?
  • Perchè noi italiani siamo i soliti boccaloni che quando vedono Messi che usa Wechat gli corriamo dietro?

Critica sull’italiano medio (in cui mi riconosco) a parte.

Come fa Wechat a permettersi uno spot con Messi?


- L’applicazione è gratis. Quindi non ci sono entrate da parte degli utilizzatori finali.
  • Non vende le informazioni. Non avrebbe senso, non si possono analizzare interi discorsi: si fa già fatica con Facebook.
  • Non mette dentro pubblicità. Non c’è.
  • Non fa pagare un canone (per esempio annuale come fa whatsapp).

La risposta è semplice: QUESTA APPLICAZIONE NON PORTA UN GUADAGNO.

Se si cerca con attenzione sulla rete si può facilmente notare che l’applicazione è sviluppata dalla “Tencent Holdings” ossia una compagnia che investe su internet acquistando software house o simili. La Terence Holdings si muove prevalentemente sul mercato cinese: per questo non ci siamo mai accorti della sua presenza e proprio su questo mercato (insieme a quello indiano) Wechat ha avuto maggior successo (ante publicitam). 

Per dare un ordine di grandezza della compagnia: è subito sotto Google e Amazon con un capitale di 38 miliardi di dollari nel 2010 (sì, più di Facebook).
Tra le applicazioni del gruppo compaiono 
  • QQ Instant messenger: un servizio di messaggistica tipo Msn.
  • ITQQ: una specie di Youtube cinese.
  • Vari giochi multiplayer online.
  • QQlive: peer to peer.
  • QQplayer: un media player tipo windows media player.
  • Qzone: il Facebook cinese più utilizzato.
  • Tencent Travel: avete presente eDreams e TriVaGo? Indovinate? Sì, la versione cinese di quel programma.
  • Tencent Weibo: il Twitter cinese.
  • TenPay: un’alternativa cinese a Paypal.

In pratica i servizi internet in Cina sono controllati da questa holding che copia i siti e le applicazioni di successo, le traduce in cinese e ci fa i soldi.

“Though WeChat still does not make any profit, experts said that it is only a matter of time before the software starts to make money.”
Global Times

Come dicono gli esperti, Wechat a breve verrà monetizzata, dato il successo che ha avuto in Europa, probabilmente si auto pubblicizzerà promuovendo i servizi sopracitati che costano.

Ecco come fa Wechat a superare Whatsapp

Non ve lo aspettavate vero?

giovedì 27 giugno 2013

How Google Works - Tesina Maturità

Ho fatto un piccolo restyling alla mia tesina. Questa con ogni probabilità sarà quella che esporrò all'esame orale!

Scaricatela pure da qui!


lunedì 17 giugno 2013

Mappa Concettuale

Come funziona Google? (How Google works)

Sicuramente vi sarete chiesti come fa il motore di ricerca a sopravvivere dato che nessuno dei fruitori paga il servizio!

In questa infografica ho provato a spiegarlo! 

Certo ci sono riferimenti storici, filosofici e artistici ma d'altronde questa fungerà anche da mappa concettuale per la maturità!

Spero vi piaccia e se per caso avete dei suggerimenti... Beh suggeritemeli!

sabato 15 giugno 2013

Come cercare informazioni sui membri esterni della maturità

Anche io mi sono imbattuto in una operazione degna del miglior spionaggio da guerra fredda per reperire informazioni circa i miei professori esterni.
Qui vi darò due dritte che mi sono state molto utili.


  1. Chiedere ad amici che frequentano la scuola del professore cercato. Sembra una cavolata ma anche solo mandare un SMS a un vecchio compagno delle medie può aiutare molto e potrebbe inoltre far rifiorire delle amicizie andate perse (come è successo a me).
  2. Su Facebook si creeranno numerosi gruppi di disperati che cercheranno informazioni sui commissari esterni: iscrivetevi o chiedete di essere inseriti all'interno della "cerchia".
  3. Cercare su internet. Non troverete nulla nel 99% dei casi, certe volte però (soprattutto professori di matematica e fisica) potrete imbattervi in siti web degli insegnanti con uploadati degli esercizi per gli studenti delle classi in cui insegnano (potreste esercitarvi su quegli esercizi). Alcune scuole inoltre mettono a disposizione sulla loro pagina web un breve spazio in cui i professori si possono presentare e scrivere una breve BIO (un professore l'ho trovato così e mi sono sentito moooolto figo).
  4. Lasciate perdere i profili personali dei professori sui vari social network: non troverete nulla di utile ai fini scolastici e una richiesta di amicizia da parte di uno studente della scuola in cui si farà da commissario non è, decisamente, furbo.

Ma soprattutto chiedete, chiedete, chiedete in giro! In molti saranno felici di fare un piacere e magari sentirsi importanti dando delle informazioni sul proprio insegnante!



venerdì 31 maggio 2013

ITIT ovvero Starbucks

No, non arriverà Starbucks in Italia, Howard Schultz lo aveva già annunciato anni fa motivando la scelta con il diverso modo di intendere il caffè da parte di noi (italiani) e, quindi, una non sostenibilità degli eventuali investimenti.

A Bologna, in zona universitaria, sorge ormai da tempo un posticino molto carino di nome Itit che è uguale a Starbucks eccetto per il colore (verde). 

La filosofia? Prendi un caffè, siediti e restaci finché vuoi! 
La cosa sembra funzionare eccome a giudicare dai prezzi.

Premetto che sono un cliente abituale (ci vado almeno una volta a settimana) e se dovessi consigliare una pausa prolungata nel centro suggerirei senza dubbio questo similStarbucks ma i prezzi (sottolineo) sono davvero alti! Un caffè espresso costa 1,5€, un americano sui 2,5€ ora, se siete in compagnia e volete fare un'uscita mattutina o pomeridiana allora penso che sia molto interessante come cosa, se invece, volete prendere un caffé "alla vecchia" allora girate pure a largo...

La prima osservazione che mi viene da fare è: se Itit è pieno zeppo di persone (c'è qualcuno in fila alla cassa ad ogni orario, ve lo dice uno che ci passa interi pomeriggi) perchè Starbucks pensa che non riuscirebbe a starci dentro??


Non so... Probabilmente si dovrebbe fare una petizione ma forse è meglio così. È meglio Itit perché ce lo abbiamo solo noi a Bologna e non c'è tutto quell'afflusso di ragazzine tredicenni che per farsi vedere con un barilotto di cartone pieno di camomilla entrerebbe urlante in un posto dove dovrebbe, almeno in teoria, regnare la pace.


Ah, dimenticavo! 

Ci sono anche tutte le varianti come il Frapuccino che sono davvero DELIZIOSE!

lunedì 27 maggio 2013

Instagraph


Sì, sono un possessore di windows phone 8.
Il nuovo sistema operativo mi è piaciuto fin da subito e, elettrizzato, sono andato a comprare un nuovo device; poco importa se ci sono poche applicazioni disponibili "tanto usciranno".
Così è stato: Facebook, Twitter, Evernote, Whatsapp (anche se un po' in ritardo), Shazam e addirittura Camwow!
Ne manca qualcuna? No? E che dite di Instagram? L'applicazione di Facebook non è ancora disponibile e nonostante le promesse secondo me non verrà presentata a breve. 
Non disperate, la soluzione c'è e si chiama Instagraph: una applicazione che permette di caricare le foto sui server dello sviluppatore che mediante dei sistemi operativi iOS e Android carica le foto inviate su Instagram.
Gran Idea! E per di più da una casa italiana la Venetasoft.
L'applicazione ora costa solamente 0,99€ e sono davvero soldi ben spesi se state cercando di entrare a far parte del social network fotografico.  Unica pecca è l'impossibilità di taggare e di condividere su Facebook, Twitter, Flickr e altri le immagini, gli sviluppatori hanno affermato che sono i prossimi punti sulla lista del lavoro da fare... Speriamo!

Degna di nota è l'applicazione itstagram addirittura in una versione gratuita ma illegale in quanto usa API non autorizzate. Non voglio fare il pippotto sulla legalità ma per 99 centesimi a degli italiani che si sono fatti il mazzo con una gran idea non ci starei tanto a pensare! (considerate poi che la versione gratuita di itstagram guadagna ricaricando con le pubblicità dentro all'applicazione)

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